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Parco Archeologico Naxos Taormina
 
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  • Agora / Foro

    Circa coincidente con la moderna piazza V. Emanuele II, l’antica agorà, poi foro, occupava il settore settentrionale della città, in prossimità dell’incrocio tra i due antichi assi urbani, circa corrispondenti al tracciato degli odierni Corso Umberto e via del Teatro. E’ localizzata con certezza ed esplorata tra il 1964 e il 1980 nel corso di scavi aperti in occasione della costruzione del Palazzo dei Congressi. Continua ad essere uno spazio pubblico almeno sino al VII-VIII secolo d.C. , allorché su di esso si insedia un’area cimiteriale. In età augustea, dopo la deduzione della colonia, subisce forti rimaneggiamenti in vista della sua conversione in foro. A questa epoca risale un lungo tratto del muro di recinzione orientale con resti della porta d’ingresso. Successivi, di età imperiale sarebbero, invece, i lembi del selciato scoperti in connessione con la porta d’ingresso.

    Risale al III secolo a.C. , in uso sino ad età augustea, un edificio a peristilio scoperto al di sotto della Caserma dei Carabinieri, già convento di S. Maria di Valverde. Il ritrovamento di due grandi basi di statue ciascuna con dedica iscritta del damos ton Tauromeritan, in tutto identiche ad due altre scoperte nel 1770 (IG XIV, 434-5), documentano il carattere pubblico dell’edificio, con molta difficoltà, tuttavia, identificabile, come è stato proposto, con il bouleuterion della città (ora non visibile).

    Un’efficace spia della funzione politico – amministrativo che questo settore nord-orientale dell’agorà riveste in epoca ellenistica, sarebbe, inoltre, fornita dal ritrovamento di una tavola finanziaria . E’ stata proposta una medesima provenienza anche per le restanti tavole generalmente ritenute provenienti da aree prossime al teatro (IG,XIV 423-430).

    Tale settore dovette mantenere almeno in parte la medesima funzione politico – amministrativa anche dopo la conversione dell’agora in foro. Lo dimostra il ritrovamento all’interno degli ambienti termali dei frammenti di un calendario romano databile al 21-20 a.C. , di una parte dei Fasti Consolari relativi agli anni 39-30 a.C. ed, infine, di una lista coeva di locali magistrati della colonia; iscrizioni tutte che dovevano essere infisse su di un muro del foro. Adesso sono tutte visibili nel piccolo Antiquarium presso il teatro.

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