ARCHEOLOGIA, ripulita e riallestita la vetrina della Stazione Ferroviaria di Taormina-Giardini
ARCHEOLOGIA, ripulita e riallestita la vetrina della Stazione Ferroviaria di Taormina-Giardini
Quattro preziosi reperti dell'antica Tauromenion dagli anni Novanta accolgono e raccontano il territorio alle migliaia di passeggeri in transito nella stazione-gioiello in stile Liberty e dai raffinatissimi arredi d'epoca in legno
TAORMINA(Me) 18 marzo 2022 – E’ uno dei gioielli del Liberty siciliano e dal 1928, con le sue atmosfere elegantemente retrò che l’hanno vista più volte protagonista di set cinematografici, dà il benvenuto ai molti viaggiatori diretti nel comprensorio turistico di Taormina e dintorni.
E’ la stazione ferroviaria Taormina-Giardini, nella contrada costiera di Villagonia, che nella hall di ingresso – dove spiccano raffinatissimi arredi in legno, come la monumentale biglietteria, e decori in stile eclettico – ospita una teca con quattro preziosi reperti archeologici provenienti dagli scavi dell’antica Tauromenion: per i viaggiatori in transito nella stazione-museo un anticipo della ricca offerta culturale dei siti del territorio e un invito a visitarli e a conoscerli da vicino.
Nei giorni scorsi, grazie a un accordo fra il Parco Archeologico Naxos Taormina diretto da Gabriella Tigano ed RFI, la teca è stata oggetto di un intervento straordinario di manutenzione che ha coinvolto il personale di entrambi gli enti. Nel riallestimento dell’esposizione – che vede adesso al centro della vetrina la famosa centauressa bipede, simbolo della città di Taormina – è stato inserito un pannello didattico bilingue, con notizie sulla storia di Taormina, antica città greca la cui fondazione (metà del IV sec. a.C.) è successiva a quella di Naxos, prima colonia greca di Sicilia (734 a.C.). Il pannello è corredato da un QR Code che rimanda al sito web del Parco Archeologico Naxos Taormina per tutte le notizie storiche e le informazioni utili alle visite.
Completano l’esposizione in vetrina un capitello ionico in marmo d’età romano imperiale (II sec. d.C.), un’anfora vinaria di tipo Sant’Alessio (I sec. d.C.) – citazione della produzione autoctona del vino tauromenitano, ricordato anche da Plinio e largamente esportato – e un frammento di decorazione parietale in stucco con rilievo a foglie d’acanto (I-II sec. d.C.). I tre reperti provengono dalle domus romane, immerse nel verde della rigogliosa flora mediterranea e decorate con mosaici, affreschi e stucchi. Ben visibile, al centro dell’allestimento, è adesso la centauressa scolpita nel marmo (di ignota provenienza) che nelle due mani regge lo scettro e il globo, simboli del dominio spagnolo sulla città dalla fine del 1400 e fino al 1713.
La realizzazione della teca con i reperti archeologici risale agli anni Novanta quando la storica stazione ferroviaria è stata oggetto di un importante intervento di restauro che ha riguardato anche gli affreschi, la pavimentazione e le tre sale d’attesa.