Comunicato Stampa nr. 03. ARCHEOLOGIA SUBACQUEA: il terzo Bronzo di Riace e il mistero su lancia, scudo ed elmo mai recuperati in mare
Comunicato Stampa nr. 03. ARCHEOLOGIA SUBACQUEA: il terzo Bronzo di Riace e il mistero su lancia, scudo ed elmo mai recuperati in mare
Se ne parla sabato 25 al Museo di Naxos con gli autori de “Il cammino degli eroi. Da Argo a Riace”
Giardini Naxos (Me), 23 gennaio 2020 – Chi erano nella vita reale i due affascinanti Bronzi di Riace? Che fine hanno fatto lancia, scudo ed elmo che – verosimilmente – completavano le due statue, opere originali della metà del V secolo a.C. oggi esposte nel Museo Archeologico di Reggio Calabria? E perché dal 1972 – anno in cui vennero trovate e recuperate in mare al largo di Riace Marina, in Calabria – periodicamente si torna a parlare di una terza statua, misteriosamente trafugata?
Argomento che appassiona in tanti, fra addetti ai lavori e appassionati di arte e cultura classica, i Bronzi di Riace saranno al centro del prossimo evento di “Comunicare l’Antico” (Museo di Naxos, sabato 25 gennaio, ore 17), ciclo di incontri letterari promossi dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto d Gabriella Tigano, e organizzati da NaxosLegge con la direzione artistica di Fulvia Toscano.
Protagonista dell’incontro sarà il volume “Il cammino degli Eroi. Da Argo a Riace” (Società Editrice Dante Alighieri) racconto in cui Dan Faton – pseudonimo dietro cui si celano tre studiosi – ricostruisce il percorso di questi straordinari capolavori dell’arte greca formulando delle ipotesi sulla loro misteriosa identità e su altre incognite legate al loro ritrovamento.
Dietro Dan Faton sono Daniele Castrizio, Fabio Cuzzola e Tonino Perna – docenti d’area umanistica all’Università di Messina e al liceo classico (le iniziali dei loro nomi compongono l’autore del volume) – e saranno tutti presenti sabato a Naxos per indagare sull’origine dei bronzi di Riace, le ipotesi sul loro viaggio nel Mediterraneo (conclusosi con un naufragio e l’inabissamento del vascello vicino alle coste della Calabria) e i misteri che aleggiano sul loro ritrovamento e sulla scomparsa di altri reperti collegati alle statue. L’ingresso è libero.